Foto Premi di Merito Studenti ISISS

Foto Premi di Merito Studenti ISISS

martedì 16 marzo 2010

L'eccezione e la regola, Consultorio Familiare Scarpellini

All’interno del ciclo d’incontri formativi del mercoledì “Crescere insieme …” (Genitori si diventa. Proposte per genitori che non rinunciano a educare) il Consultorio Familiare Scarpellini di Bergamo propone un incontro di confronto con Valeria Perego Psicologa e Formatrice presso il Consultorio Familiare Scarpellini di Bergamo sul tema:

L’eccezione e la regola.

L’equilibrio del potere tra genitori e figli.

Bambini che non dormono, non mangiano, gridano senza motivo, vogliono solo gelati e patatine, sfrattano i genitori dal loro letto: perché è così difficile essere genitori? E perché i bambini sembrano fare sempre il contrario di quello che ci si aspetta da loro?

mercoledì 17 marzo 2010 ore 20.45



CONSULTORIO FAMILIARE “C. Scarpellini”

via Conventino, 8 – Bergamo

tel. 035.4598350 info@consultoriofamiliarebg.it





La partecipazione agli incontri è aperta fino ad esaurimento disponibilità ed è gratuita.



In allegato trovate il volantino in pdf dell’incontro e di quello successivo sull’emozione della rabbia (mercoledì 24 marzo).

Il prossimo incontro per quanti intendono fare del volontariato per il Consultorio sarà lunedì 22 marzo alle ore 20.45.

Chiediamo cortesemente di promuovere l’importante iniziativa al fine di poter essere d’aiuto in modo efficace a quanti desiderano condividere e conoscere aspetti della vita personale e familiare.



Grazie per la collaborazione.



Il Direttore del Consultorio Familiare C. Scarpellini

dott. Bruno Vedovati



Il suo indirizzo e-mail è stato individuato da siti web o elenchi pubblici, nessuna informazione relativa alla sua privacy è nota allo scrivente. Per la cancellazione dalla mailing list del Consultorio basta inviare una e-mail a bvedovati@consultoriofamiliarebg.it, indicando esplicitamente la richiesta di cancellazione.

Centralità dello Studente

Lectio Magistralis del prof. Lizzola
“Centralità dello Studente”

Il fatto scolastico è caratterizzato dall’incontro fra generazioni, in cui i ragazzi e le ragazze guardano all’adulto con fiducia rispetto alle promesse di cura che avvertono su di sé fin da piccoli. Questo fatto spesso rimane sullo sfondo quando la scuola diventa istituzione.
Il rapporto fra le generazioni oggi è complesso e questo non è al centro del dibattito intorno alla scuola. Tuttavia noi abbiamo la responsabilità di far crescere una generazione oggi accompagnata dalla fragilità e dall’incertezza: il luogo-scuola deve rendere significativo l’incontro adulti-bambini e costruirsi intorno ad esso. Solo successivamente diventano importanti metodi, didattiche, organizzazioni oppure noi rischiamo di darci una scuola estremamente strutturata ma pochissimo significativa.
Questo rapporto ci obbliga a ripensarci e ridisegnarci anche come adulti disposti a mettersi in discussione, a giocarsi la propria credibilità, a esporsi con i loro saperi, i loro approcci alla realtà ed i loro linguaggi per consentire nuovi inizi. Non c’è “trasmissione” ma consegna, testimonianza di ciò che è l’adulto, disposto ad essere criticato, accolto, parzialmente accolto, cambiato, dentro una elaborazione personale che è nuovo inizio e nuovo sapere, nuovo significato e nuovo futuro.
Gran parte delle ricerche soprattutto sugli adolescenti caratterizzano la scuola o come luogo di riconoscimento o come luogo di abbandono, anche precoce.
L’incontro avviene mediante il riconoscimento della diversità generazionale, di pensiero, di linguaggio e di relazione con il tempo da parte di un mondo adulto che stabilisce un incontro impegnativo con i ragazzi, che non prescrive ma avvia, mostra la strada.
Ogni strada poi non potrà che essere originale, diversa da quella che l’adulto ha percorso, andare oltre l’adulto stesso.
L’adulto è significativo perché racconta di esperienze, di saperi e competenze, di oggetti culturali che sono di un altro tempo, diverso da quello dell’alunno e che vengono consegnati perchè egli possa vivere nel suo tempo in modo attivo, reinterpretando esperienze, saperi e competenze in un confronto interessante.
L’adulto è motivante se ha un’attesa positiva sull’alunno, se si aspetta e sa che l’alunno si avvierà su un percorso suo, che prenderà in mano il mondo, che vedrà gli altri, che guarderà le responsabilità delle tecniche e dei saperi verso il mondo e le persone.
Le discipline sono quindi l’interessante risultato di una storia costruita per leggere la realtà, per cambiarla, per innovare e inventare, per rispondere all’umanità, e l’alunno è atteso come nuovo protagonista a continuare la storia del mondo.
Che esperienza del tempo fanno i ragazzi e le ragazze oggi a scuola?
Quale cooperazione e ricerca di positiva soluzione a situazioni viene realizzata?
Come vivono la relazione fra il proprio tempo di vita ed il tempo del mondo? Come la trasformano in “storia” e narrazione?
Alcune ricerche fra i ragazzi delle scuole professionali, tecniche e dell’apprendistato hanno raccolto racconti delle loro storie tra passato, presente e proiezione del futuro fatte di fotogrammi sequenziali e identità diverse in ambienti diversi, quasi mai raccontate in termini evolutivi, di storia, di senso del tempo, di progetto anche responsabile. A volte ragazzi di 15-18 anni si raccontano già come un fallimento, dentro un destino negativo. Come incrociare e riprovocare queste storie, o quanto meno ascoltarle? La scuola può quanto meno essere il luogo che ascolta! Una storia dentro il proprio tempo di vita comporta di dover scegliere, di dover lasciare andare, di individuare a cosa si è chiamati, nella responsabilità, nell’incontro con altri, attraverso le proprie capacità e competenze. Vivere il proprio tempo comporterà essere se stessi dando rilievo alla qualità del proprio vivere, non solo al raggiungimento dei risultati, al gusto di dare inizio alle cose più che nel prenderle, è l’avventura di essere uomini e donne nel tempo della propria vita: la nascita e la morte, l’amore, il corpo, il desiderio di fare e creare, i cambiamenti…
Se incontri gli adolescenti in questo modo e li incontri attraverso le discipline, quelle stesse discipline diventano ricerca per sé, terreno di crescita per gli studenti. Crescita che dipende dal tempo dell’incontro fra adulti e studenti, dal tempo della conoscenza, dal rapporto con il proprio tempo.
Mai come oggi i bambini, gli adolescenti che sono nelle nostre classi portano elementi di storie, esperienze evolutive, esperienze affettive, responsabilità, saperi e linguaggi, mondi simbolici diversissimi che si costruiscono fuori dalla scuola, non solo tra i nati in continenti e paesi diversi ma anche tra i figli di chi vive nel territorio da generazioni.
Cosa può fare la scuola? Non certo omogeneizzare i punti di partenza: si parte da lì!
Crescendo gli alunni continueranno a portare cose nuove, inedite, accumulate nelle esperienze diverse fuori dalla scuola. Su questo fronte la scuola conta meno. Però continua a contare –e forse per questo val la pena di avere la scuola- perché solo la scuola può far incontrare realmente tutte queste diversità, come spaccato sociale REALE delle diverse infanzie e adolescenze, grazie agli oggetti culturali che la scuola propone e sui quali chiama a lavorare loro. Certo i contenuti disciplinari sono percorsi che non sono più fini in sé, ma prendono valore perché raccontano incontri, tradizioni, domande, perchè interrogano e si confrontano con pensieri e tradizioni familiari per essere elaborati, riconosciuti e condivisi, consentono di scoprire i propri tragitti ed i tragitti degli altri, di costruire impegni, linguaggi, significati, simboli, strumenti comuni. Le differenze diventano allora ricchezza e significatività.
L’insegnante, l’adulto, agisce quindi di rimessa (anziché di trasmissione) per ricomporre, per non separare, per superare le frammentazioni ed i non riconoscimenti reciproci.
Consente di riscoprire la scuola come luogo dell’appartenenza comune di persone che abiteranno lo stesso futuro; luogo che dà gli strumenti per avvicinare la realtà e per disegnare il futuro insieme ad altri, luogo per disegnare le sfide.
Altrimenti i saperi a cosa servono?
Forse i ragazzi fuggono nel virtuale perché non si dà loro modo di esercitare un ruolo attivo con la realtà, da protagonisti che scoprono chi sono nel confronto
La scuola ha la possibilità di offrire tanti sentieri diversi per approssimarsi alla realtà. In sé non hanno grande valore: lo hanno se servono per approssimarsi alla realtà, se rendono esplicita l’esperienza umana che c’è dentro.
Il sapere non è addestramento, non è tecnica raffinata e linguaggio specialistico, non è esperienza cieca, è strada che consente un rapporto col tempo, con l’altro e la realtà, con l’etica e i valori, con le scelte.
Giocare di rimessa consente di incontrare i ragazzi con minore ansia, quell’ansia che prende gli insegnanti che si chiedono il senso di ciò che fanno, che cercano l’aggancio con i ragazzi: si deve pensare che ciò che si consegna ai ragazzi non è esaustivo, è al più significativo, orientativo, corrisponde a segnavia solidi, articolati e culturalmente profondi, fornisce strumenti perché i ragazzi stessi traccino la propria via. Si può concludere un programma e non aver inciso per niente sulla formazione della persona, si può svolgerlo parzialmente e aver dato significato
I programmi sono abbastanza flessibili per consentirci scelte di senso che costruiscano esperienze significative che strumentino i ragazzi a costruirsi percorsi loro.
Spesso sono gli stessi ragazzi che portano percorsi già parzialmente costruiti, se sanno che possono fidarsi a raccontarli. Possono essere messi in comune, ripresi e anche corretti se necessario. Perché questo avvenga devono essere creati i giusti contesti e relazioni in classe, così che il sapere entri, si sviluppi, si confronti, si elabori nel confronto con il sapere adulto e formalizzato.
L’esperienza educativa-didattica dell’insegnante deve essere oggetto di ricerca, personale e nel confronto con altri. Ripensare a ciò che si fa in pratica , alimentare continuamente l’esperienza formativa, riflettere sulla valutazione…le competenze riflessive degli adulti fanno la differenza. Mentre si fa è difficile ripensarsi. Non potendo contare su molte compresenze, per imparare a pensare e a guardarsi un po’ a distanza, forse è utile imparare a scrivere ciò che si fa; si rendono evidenti le sfumature, le differenze, le modalità, le variazioni, gli adattamenti di strategie per interagire con la classe, una messa a fuoco progressiva di ciò che si fa.
Compito della scuola è filtrare, ricomporre, disegnare in modo diacronico l’esperienza tra ciò che viene consegnato dalle generazioni passate e ciò che è sfida per il futuro e disegnare in modo sincronico le interazioni fra le culture e le convivenze. Lo può fare solo per esperienze parziali ma significative, che trasmettano il gusto e la fiducia che si possa fare attraverso la cultura, la scienza, la tecnica, la comunicazione un incontro responsabile tra uomini e donne che camminano verso il futuro. I racconti del passato e i saperi sono esempi di transizioni, di come uomini e donne hanno camminato nel loro tempo, hanno organizzato il loro vivere civile innovando in tanti modi diversi, di quali etiche e modelli hanno messo in campo. Essi incrociano il tempo e vanno verso il futuro.
Se si riesce a delle aperture di possibilità delle indicazioni ministeriali.
Ad esempio: personalizzazione dell’insegnamento. Posso operare individualizzando con una precoce selezione basata sulla differenziazione in base alle capacità personali dei bambini e delle bambine: rispetto il singolo, separato dall’altro, per livelli diversi. Oppure posso pensare che personalizzare significhi far interagire continuamente ragazze e ragazzi in una rete di relazioni che si crea in classe perché possano trovare la propria strada, diventare consapevoli delle proprie capacità e responsabilità muovere l’insegnamento così anche solo per 15 giorni, allora poi l’investimento nello studio avrà uno spessore diverso, non sarà più solo conoscenza che misura, ma una conoscenza che apprezza e che valuta, nel senso che dà valore.
Ma siamo liberi di fare scuola così? Siamo legittimati?Cosa dicono le circolari?
Gli insegnanti non debbono semplicemente “obbedire” a circolari ma possono fare scelte professionali rispetto al senso del fare scuola. Spesso già si insegna così perché le classi ti obbligano a ripensare il proprio quotidiano, la relazione, i contenuti, le didattiche. Si può approfittare, costruiscano la propria iniziativa.
Il recupero non lo faccio su tutto, per qualcuno rinforzo soprattutto ciò che hanno, così che possano giocarsi questi percorsi forti nelle scuole successive e soprattutto perché i ragazzi ottengono un rinforzo positivo rispetto al loro valore, non al disvalore che vivono facendo continuamente rinforzi e recuperi.
L’impegno è a rendere originale e significativa la storia di ogni classe che incontriamo: l’unica obbedienza dovuta è proprio ai ragazzi e alle ragazze che chiamiamo per nome e a cui possiamo dare riconoscimento o negazione.



Martedì 23 marzo ore 17,00
Sala Alabastro Centro Congressi Giovanni XXIII

Viale Papa Giovanni, 106 - Bergamo

Presentazione del libro di Ivo Lizzola

L’educazione nell’ombra

Educare e curare nella fragilità

Carocci Faber

Interviene Prof. Eugenio Borgna


Presiede e coordina Prof. Emilio Gattico

Sarà presente l’Autore



Ivo Lizzola è professore di Pedagogia sociale e di Pedagogia della Marginalità e della Devianza. Preside della Facoltà di Scienze della
Formazione dell’Università degli Studi di Bergamo, dirige il Centro di Ricerca Interdisciplinare Scienze Umane, Salute e Malattia.
Ha operato per anni nel campo delle politiche giovanili, della cura e della difficoltà esistenziale.

giovedì 11 marzo 2010

Bisogni educativi SPECIALI

Progetto I CARE – Seminario 3 marzo 2010
(un rendiconto parziale a cura della segreteria CoorCoGe, presente solo nel pomeriggio)

Il seminario ha documentato e testimoniato alcune esperienze fra reti di istituti che si sono occupati di integrazione e inclusione scolastica, a partire dal bisogno di lavorare meglio per i bambini/ragazzi con disabilità presenti nelle scuole.
Il lavoro si è sviluppato in ogni rete a partire da momenti di autoanalisi severa e continua (riflessione: a che punto siamo, cosa intendiamo migliorare; ricerca e studio: quali teorie, quali strumenti coerenti abbiamo a disposizione o impariamo ad utilizzare, co-costruzione di significati per comprendere cosa frena –mentalità, cultura, preconcetti, difficoltà metodologiche- o promuove l’inclusione come processo continuo che rispetta le differenze di modi, stili, visioni, capacità e opportunità per rimuovere gli ostacoli alla partecipazione, alla cittadinanza, alla formazione, all’apprendimento da parte di tutti; azione: sperimentazione e realizzazione di percorsi didattici; monitoraggio e verifica: diario di bordo, documentazione del dibattito sul Forum, archivio dei materiali prodotti, confronto nell’istituto e tra istituti…)

Qui si riprendono riflessioni su tre temi, valide per ogni realtà:
- la didattica inclusiva (Capofila: IC Verdellino, IC Suisio)
- il modello ICF (IS Pesenti (capofila), IS Galli, IPSSAR Nembro, IC Alzano Lomb, IC Gorlago)
- la lavagna multimediale (LIM) (capofila: IC Fara)

La didattica inclusiva
È una metodologia didattica che parte dal presupposto che ogni bambino/ragazzo ha delle sue specifiche caratteristiche, ognuno ha una sua speciale normalità che necessita di un’attenzione altrettanto speciale e specifica.
Si basa fondamentalmente sul metodo dell’apprendimento cooperativo (cooperative learning) ed utilizza principalmente il lavoro di gruppo per rendere più agevole e fruttuoso il processo di apprendimento: gli insegnanti promuovono un habitus mentale che costruisce nella classe legami, relazioni, solidarietà, prestazioni finalizzati ad un compito, uno scopo, una meta comune.
Le competenze sociali non vengono auspicate ma esplicitate e valorizzate, messe in gioco. I gruppi non sono spontanei, ma ognuno all’interno dei diversi compiti e in diversi momenti prova ruoli diversi e viene valorizzato. In questa attività si perde la lezione frontale, o si riduce all’essenziale, utilizzando la risorsa alunni/compagni per tenere insieme “le” normalità per fare insieme qualcosa (ed in questo modo apprendere) aiutandosi reciprocamente. Bambini e ragazzi sono tendenzialmente motivati all’aiuto reciproco, tra pari (pensiamo alla peer education)
La valutazione è personale e del gruppo, diventa in gran parte autovalutazione.
Gli insegnanti che l’hanno sperimentata hanno rilevato migliori risultati sociali e di apprendimento ed un legame affettivo/motivazionale nei rapporti fra alunni e fra insegnanti e classe. Per gli alunni più fragili o i disabili –anche gravi- il successo principale riguarda l’essere nei pensieri degli adulti e dei compagni, essere pensati con un’attesa positiva, dove sono coinvolte le capacità di tutti e migliora considerevolmente l’autostima, cala l’ansia da prestazione e si vive in un clima di cooperazione, non di competitività, che sostiene l’apprendimento.
L’impatto sugli insegnanti (in particolare della scuola media?) è destabilizzante rispetto alla sicurezza della lezione frontale:
- non ho tutto in mano, non ho il controllo totale della situazione
- non insegno, ma favorisco processi per l’apprendimento
- devo pensare prima, a tutti, non solo alla “media”
- devo esplicitare i comportamenti degli alunni e pensarli prima
- devo fare i conti con linguaggi inattesi e cogliere le diversità come ricchezza
- devo cambiare spesso dentro una situazione fluida

È un metodo che si impara facendolo. Lo si sceglie in base all’idea pedagogica e valoriale di persona.

Infatti ogni insegnante ed ogni scuola può scegliere fra due sistemi educativi:
1. personalizzare attraverso l’inclusione, tenendo dentro le differenti normalità, valorizzando le capacità di apprendimento e sociali. Il contesto ed il clima sono favorevoli all’apprendimento e alle competenze sociali
2. personalizzare rispetto alle eccellenze, “separando” per differenze (gruppi di livello, lavoro individuale, portar fuori dalla classe, …). L’accento è sull’insegnamento

(Il primo modo è ben rappresentato da questo aneddoto, raccontato da un papà: M…. è un ragazzino insicuro che rischia di avere l’autostima sotto i piedi, anche perché fatica a reggere il peso di tanti studi disciplinari, ora che è arrivato alla scuola media. È iscritto ad una squadra di basket ma non è molto soddisfatto. È in squadra ma non è ancora riuscito a segnare un canestro.
Cosa fa l’allenatore? Lo lascia in panchina?No, riunisce la squadra e dice: “Ragazzi, oggi M……. deve fare canestro. Date tutte le palle a lui”
Il primo canestro è stato una festa per tutti e ne sono seguiti molti altri. Forse Marcello non si ritiene del tutto incapace. Forse anche a scuola ci sarà una squadra a tirarlo dentro
Il secondo modello invece dice: vai in un’altra pista, la tua macchinina mi rallenta)

Il modello ICF (international classification of functioning, disability and health –children and youth: classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute di giovani e bambini)
Uno strumento per tutti, non solo per i disabili

È stato ideato per uscire da una visione di “certificazione” puramente medica e diagnostica delle disabilità, per aiutare a costruire “una narrazione” completa e sistematica di tutte le componenti la persona, fisiche psichiche comportamentali e sociali in relazione con i contesti di vita e con una visione pedagogica/educativa, non solo di diagnosi funzionale.
Gli insegnanti della rete che l’hanno utilizzato
- si sono resi conto che è uno strumento che aiuta a leggere i bisogni e le potenzialità degli studenti con disabilità, ma anche di tanti ragazzi che incrociano l’area del disagio e dello svantaggio non certificato (la normalità è relativa, ognuno ha bisogni educativi speciali)
- possono avere un profilo dei singoli e della classe, anche nei ruoli sociali e di partecipazione. È una conoscenza del contesto e dei contesti che costituiscono la base per la formazione
- leggono la Salute come benessere che connette diversi aspetti del funzionamento di una persona
- rendono espliciti i contesti, le risorse, le Speciali Normalità da mettere in campo, valorizzandole attraverso una progettazione condivisa dell’azione educativa e didattica, mirata ai bisogni.
- -modificano aspetti organizzativi (formazione classi, assegnazione docenti, utilizzo spazi, scelta attrezzature…) e metodologici (educazione fra pari, apprendimento cooperativo, tutoraggio, assegnazione di compiti/problemi, attività laboratoriali,… da utilizzare in modo continuativo)
- sono consapevoli che le situazioni interattive, che tengono conto di aspetti socio-affettivi ed emotivo-relazionali, facilitano l’apprendimento
- notano che il coinvolgimento dei compagni e dei genitori costruisce vicinanza e solidarietà spontanea
L’approccio è nuovo e chiede un cambiamento di mentalità non semplice, ma la rete fra insegnanti e fra scuole sostiene la formazione, lo scambio, la ricerca e la riflessione sulla realizzazione.
Avvertenza: non utilizzare il modello ICF per descrivere una a una le foglie di un albero, perdendo di vista l’insieme, il racconto dell’albero e l’albero nella sua globalità
Dario Ianes, Bisogni educativi Speciali e inclusione –Erickson Trento
Vanessa Macchia – Università di Bolzano

Un bambino o un ragazzo con Bisogni Educativi Speciali è quello che:
“ha una difficoltà di apprendimento che richiede interventi di educazione speciale”.
Nei Bisogni Educativi Speciali…
“…si trovano difficoltà di apprendimento generali e specifiche, difficoltà comportamentali, emozionali e sociali, difficoltà di comunicazione e di interazione, difficoltà di linguaggio, disturbi, difficoltà sensoriali e motorie, minorazioni, altre difficoltà fisiche e mediche
“Il Bisogno Educativo Speciale è qualsiasi difficoltà evolutiva, permanente o transitoria, in ambito educativo e/o apprenditivo, espressa in un funzionamento problematico che crea in qualche modo ostacolo al benessere o al successo formativo






























Quali risorse?


Per saperne di più:
http://www.darioianes.it/slide.htm

LIM (Lavagna Interattiva Multimediale)

L’oggetto ha consentito
- di attivare percorsi di riflessione sui “nativi digitali” ed il loro modo di apprendere,
- di confrontarsi tra insegnanti sugli apprendimenti e le modalità per ottenerli
- di condividere una ricerca di significati, non solo competenze tecnologiche
- di motivar diversamente la classe al lavoro comune
- di analizzare i lavori e archiviarli nel tempo, per costruire buone prassi

Domanda: la lavagna multimediale è uno strumento inclusivo?
Esiste un potente rischio di utilizzo didattico che rinforza, peggiorandone i limiti, la lezione frontale. Se l’insegnante ama la lezione frontale la LIM è la lavagna ideale.
Se lavoro con la classe con metodi diversi legati al fare insieme, basati sul confronto, lo scambio, la cooperazione, allora anche la tecnologia può potenziare i risultati e dare valore ai diversi approcci.

Ad esempio se la utilizzo per mettere a confronto modi diversi di prendere appunti (chi scrive tutto, chi fa schemi, chi disegna, chi sceglie parole chiave..). La lavagna permette di avere contemporaneamente una visione di modalità diverse per confrontarne e valutarne l’efficacia, per provare a cambiare modo sperimentandosi..ecc.ecc

Da approfondire.

Corso formazione bullismo

Sapete che l'USP ha organizzato corsi di formazione per gli insegnanti, aperti ai genitori ed eventualmente a studenti interessati.
Il Pesenti, capofila per il progetto I Care, riguardante i Bisogni Educativi Speciali, aderisce al corso sul bullismo, assieme ai genitori del Comitato/Associazione della scuola. Allego una breve sintesi di una parte del seminario sul progetto, così da comprendere il tipo di approccio al problema che potrebbe essere impostato.

E' una occasione di lavoro comune assieme a esperti per elaborare strategie di prevenzione, utili non solamente per casi di bullismo in senso stretto.
Oltre ai genitori del Pesenti, chi potrebbe essere interessato a far parte del gruppo di lavoro su questo tema?
Il primo incontro è fissato per lunedì 12 aprile presso il Pesenti -v. Ozanam 27 dalle 15 alle 17,30 . Successivamente si formeranno lavori di gruppo a ottobre e novembre in orari e giorni decisi dal gruppo (vedi allegato).

Potremmo avere come risultato l'elaborazione di un patto educativo (o di attenzioni!) condiviso fra più scuole, in cui i genitori hanno portato le loro proposte.

Per iscriversi occorre inviare una mail di comunicazione entro il 22 marzo (ma nessuno verrà mandato via successivamente) all'indirizzo persico@istruzione.bergamo.it inserendo nome e cognome, scuola di riferimento, ruolo svolto ed il titolo del corso:

Prevenzione e contrasto del bullismo
rif. scheda B3 – corso n 8
Coordinatore Prof. Benetti


A tutti i corsi previsti ci si può comunque iscrivere liberamente (vedete sul sito dell'USp www.istruzione.bergamo.it)
Marilisa Zappella




PIANO DI FORMAZIONE PROVINCIALE
USP di Bergamo a.s. 2009/2010-2010/2011

UNA DIDATTICA PER EDUCARE A NUOVE RELAZIONI SOLIDALI
Prevenzione e contrasto del bullismo
( Per adesioni USP BG prof. BENETTI 035284111)

Destinatari
Docenti e Genitori

Modalità organizzative
- Comunicazioni teoriche
- Gruppi di lavoro

Sede degli incontri: ISIS “Pesenti”, via Ozanam 27 , Bergamo Orario: 15-17.30
5 incontri:
1° incontro: lunedì 12 aprile 2010
2° incontro: ottobre 2010 3° incontro: ottobre 2010
4° incontro: novembre 2010 5° incontro (Seminario conclusivo): novembre o dicembre 2010

Esperti/Relatori

Prof. Luigi Roffia
Dirigente Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo, Responsabile Osservatorio Regionale della Lombardia sul fenomeno del bullismo

Prof. Matteo Lancini
Psicologo, psicoterapeuta, Istituto “Minotauro” di Milano, consulente Osservatorio

Guglielmo Benetti, Alessandro Rota, Teresa Capezzuto, Sergio Brigenti, Pasquale Esposito
Docenti, Osservatorio Regionale della Lombardia sul fenomeno del bullismo, Coordinatori Gruppi Lavoro e coautori pubblicazioni Osservatorio

I Componenti del Gruppo Provinciale Prevenzione bullismo

Finalità
Promuovere una riflessione
- sul fenomeno del bullismo nei suoi diversi aspetti e cause
- sulla necessità di coglierne i segnali a scuola
- sulla necessità di elaborare e mettere in atto strategie didattiche e didattico-organizzative volte alla prevenzione e al contrasto del fenomeno
- sull’importanza di un intervento educativo sinergico scuola-famiglia-teritorio (patto educativo di corresponsabilità e patto educativo di comunità)
Promuovere percorsi didattici e interventi educativi finalizzati a prevenire e contrastare
manifestazioni di bullismo negli alunni della primaria, della secondaria di primo e di secondo grado
Promuovere l’elaborazione di percorsi didattici ed educativi finalizzati alla costruzione di relazioni solidali

Contenuti del percorso
- Una nuova didattica per prevenire e contrastare il bullismo nei bambini, nei preadolescenti e negli adolescenti
- Scuola, famiglia e territorio: condivisione di principi e sinergia. Indicazioni e proposte operative elaborate dall’Osservatorio Regionale bullismo
- Scuole e territorio, i progetti realizzati. L’esperienza biennale del Gruppo provinciale
prevenzione bullismo
- Alcuni aspetti di prevenzione del bullismo: costruzione del gruppo-classe fondato su relazioni solidali, realizzazione di “classi-filtro”, strategie di integrazione. Studio di casi.

lunedì 1 marzo 2010

Convegni ed incontri Formativi

TRE informazioni:

Sono moltissime le occasioni di incontro, approfondimento sui temi della scuola organizzati nel mese di marzo, alcuni collegati alla formazione degli insegnanti. Quest'anno l'USP, anche su sollecitazione dei genitori, ha aperto la partecipazione anche a genitori/presidenti consigli di istituto/comitati interessati ad un confronto o semplicemente ad un approfondimento dei temi trattati, che spaziano su diversi aspetti della formazione.


Il Piano di formazione per i docenti prevede:



v 5 lectio magistralis, incontri che si terranno all'auditorium del liceo Mascheroni-v. Da Rosciate, 21/A a Bergamo, dalle 16 alle 18,30. I temi sono di interesse per i genitori, oltre che per i docenti ( centralità dell'alunno: prof.Lizzola lunedì 1 marzo; il nuovo sistema scolastico e il rapporto scuola-territorio: prof. Bertagna, venerdì 5 marzo e martedì 9 marzo; orientare ed educare a scuola attraverso le discipline:dott.ssa Ferraro, martedì 23 marzo; l'identità europea, prof. Bocchi, giovedì 25 marzo).



Vedi scheda allegata, per i corsi successivi, le cui date saranno decise direttamente da chi li sceglierà:



v 9 proposte di corsi di formazione sul Curricolo in verticale e ambiti disciplinari (scheda B1 e Schede informative relative), destinate ai docenti sulla base dei propri interessi professionali

v 4 proposte di corsi di formazione sul tema I rapporti scuola-territorio in un’ottica di sussidiarietà (scheda B2 e Schede informative relative), destinate ai docenti sulla base dei propri interessi professionali

v 7 proposte di corsi di formazione sul tema La centralità dello studente (scheda B3 e Schede informative relative), destinate ai docenti sulla base dei propri interessi professionali

v 1 proposta di informazione per docenti e Dirigenti Scolastici rispetto alla sperimentazione metodologico-didattica realizzata in questo a.s. all’ITIS Paleocapa e all’ITIS Majorana (scheda B4).



Ci si può iscrivere via mail a singoli incontri o percorsi formativi scrivendo a sportellogenitori@istruzione.bergamo.it, lasciando nome, cognome e scuola di riferimento oltre all'indicazione del tema scelto

2. sabato 13 marzo, ore 9-12,30 presso Camera di Commercio-v.Petrarca,10 , Convegno per richiamare l'attenzione sul fenomeno dell'abuso di alcol, in crescita tra pre-adolescenti e adolescenti, e per testimoniare come le esperienze di sinergia tra studenti, famiglie, scuole, ASL, territorio possano fare prevenzione, opera di sensibilizzazione al problema e promozione di consapevolezza nelle scelte

"Negli ultimi anni si sono sviluppati percorsi che privilegiano un approccio preventivo fatto di vicinanza, informazione, sensibilizzazione e condivisione. Fra questi assumono grande rilievo i progetti che si propongono di fornire ai nostri adolescenti, che vivono la delicata fase di formazione della propria identità, modelli di riferimento credibili sia in ambito familiare, che comunitario."



3 Ricevo dal CSV la notizia di questo bando regionale per progetti di promozione dell'integrazione europea - Bando 2010 (L.R. 6/2000)

Le tipologie di progetti di interesse regionale per le quali si può richiedere il contributo sono:

Festival, rassegne, attività culturali e di spettacolo che favoriscano il dialogo interculturale, la produzione e la divulgazione della cultura per l’integrazione europea, incluse la promozione e la cooperazione tra giovani artisti;
Attività culturali collegate a gemellaggi tra Comuni e enti locali con soggetti omologhi dei Paesi dell’Unione Europea;
Attività di studio, ricerca e divulgazione per la promozione dell’integrazione europea e in particolare dell’Europa dei cittadini e della cittadinanza europea
DESTINATARI: Enti locali, Università, Istituti scolastici di ogni ordine e grado della Regione, Istituzioni, fondazioni e associazioni culturali operanti in Lombardia senza fini di lucro.
BUDGET: progetti finanziabili fino al 50% del costo complessivo; il cofinanziamento regionale potrà variare tra un minimo di 2.000 euro e un massimo di 12.000 euro. I progetti non potranno avere un costo inferiore ai 10.000 euro (vedere dettagli nel bando)
SCADENZA: 31 marzo 2010
Link al testo del bando

Marilisa Zappella (Segreteria CoorCoGe)Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo
AREA D – Supporto alla Scuola e alla Didattica
Ufficio Orientamento – Scuola/Lavoro – Riforma Scolastica
Via Pradello, 12 – 24121 Bergamo – tel. 035/284111 fax 035/242974
e-mail:usp.bg@istruzione.it


Prot. MIUR-AOOUSPBG-RU-2498/C12a-16/02/2010-U Bergamo, 16 febbraio 2010

Ai Dirigenti Scolastici
degli Istituti statali e paritari

Ai docenti

Ai genitori eletti negli organi collegiali

Agli studenti eletti negli organi collegiali e nella Consulta

Al personale ATA

LORO SEDI




Oggetto: PIANO DI FORMAZIONE PROVINCIALE PER DOCENTI - A.S. 2009/2010-2010/2011



Il lungo e impegnativo cammino della riforma del sistema scolastico italiano sta per giungere al traguardo, coinvolgendo da settembre 2010 in modo più diretto anche la scuola superiore di 2° grado con l’attivazione dei nuovi licei, dei nuovi istituti tecnici e professionali e con il passaggio a ordinamento della formazione professionale triennale e quadriennale.
In vista della piena attuazione della riforma, ritengo necessario sostenere e accompagnare dirigenti scolastici e docenti nella definizione dei nuovi curricoli e nell’utilizzo di nuovi strumenti e metodologie didattiche, per agevolare il completo passaggio dalla scuola dell’insegnamento a quella dell’apprendimento che metta al centro della propria azione la persona.
Questa fase offre anche l’occasione per recepire all’interno dei percorsi scolastici le esperienze di qualità che la scuola bergamasca ha realizzato negli ultimi anni in collaborazione con il territorio, in attuazione dell’autonomia e del principio di sussidiarietà.
Per dare concretezza a quanto premesso, come anticipato nella comunicazione relativa al Piano di formazione per i Dirigenti Scolastici, il gruppo di lavoro, con la collaborazione di alcuni Dirigenti Scolastici e dei referenti delle reti di scuole, ha elaborato anche una proposta di formazione provinciale rivolta più specificamente ai docenti.
Il Piano di formazione per i docenti prevede:
 5 lectio magistralis (scheda A), che introdurranno i successivi corsi di formazione più specifici, a cui sono invitati tutti i docenti, in considerazione della trasversalità dei temi trattati
 9 proposte di corsi di formazione sul Curricolo in verticale e ambiti disciplinari (scheda B1 e Schede informative relative), destinate ai docenti sulla base dei propri interessi professionali
 4 proposte di corsi di formazione sul tema I rapporti scuola-territorio in un’ottica di sussidiarietà (scheda B2 e Schede informative relative), destinate ai docenti sulla base dei propri interessi professionali
 7 proposte di corsi di formazione sul tema La centralità dello studente (scheda B3 e Schede informative relative), destinate ai docenti sulla base dei propri interessi professionali
 1 proposta di informazione per docenti e Dirigenti Scolastici rispetto alla sperimentazione metodologico-didattica realizzata in questo a.s. all’ITIS Paleocapa e all’ITIS Majorana (scheda B4).
Le attività previste dal piano si svolgeranno secondo la metodologia della ricerca-azione e prevedranno formazione, sperimentazione in aula, sistematizzazione finale e un incontro conclusivo di restituzione ai Dirigenti Scolastici del lavoro svolto.
I corsi potranno essere organizzati per ambiti o per raggruppamenti territoriali, secondo le adesioni che verranno raccolte, per valorizzare al meglio l’articolazione territoriale della rete scolastica.
Considerato che l’azione proposta è la risposta al bisogno di formazione e di innovazione dei docenti ed è la condizione irrinunciabile per dare concretezza alla riforma del sistema scolastico, invito i Dirigenti Scolastici ad individuare le modalità più adeguate per motivare i propri docenti alla partecipazione ai corsi.
Chiedo, cortesemente, di estendere la comunicazione anche ai genitori eletti negli organi collegiali, agli studenti eletti negli organi collegiali e nella Consulta e al personale ATA che il gruppo di lavoro ha ritenuto di invitare a partecipare ai corsi di cui alle schede A, B2, B3 e B4.
Di seguito, vi propongo il Piano di formazione e le relative schede di adesione da compilare per l’adesione a tutte le proposte (una sola scheda A e una sola scheda B per istituto) e da restituire esclusivamente via mail a persico@istruzione.bergamo.it entro venerdì 26 febbraio.

Cordiali saluti

IL DIRIGENTE
Prof. Luigi Roffia














Responsabile del procedimento: Prof.ssa Gisella Persico
Tel. 035/284228 / FAX 035/242974
e-mail: persico@istruzione.bergamo.it
GP/
Sito: www.istruzione.bergamo.it

LECTIO MAGISTRALIS PER TUTTI I DOCENTI SCHEDA A

tematica destinatari finalità collaborazioni tempi sede
Rinnovare i curricoli e le metodologie didattiche. Incontri propedeutici a tutti i corsi specifici. 1. La centralità dell’alunno tutti i docenti,
aperto ai genitori progettare e realizzare percorsi educativi che mettano al centro i bisogni dello studente e l’obiettivo del suo successo formativo Prof. Ivo Lizzola
Preside Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bergamo
Prof. Straordinario Dipartimento di Scienze della persona dell’Università di Bergamo
Prof. Straordinario Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bergamo lunedì
1 marzo

ore 16,00-18,30 Auditorium Mascheroni
Via Alberico da Rosciate, 21/A, Bergamo
2. Il nuovo sistema scolastico italiano conoscere il sistema scolastico frutto delle recenti riforme e dei nuovi scenari europei, con riferimento ai diversi ordini scolastici Prof. Giuseppe Bertagna
Direttore CQIA dell’Università di Bergamo
Prof. Ordinario Dipartimento di Scienze della persona dell’Università di Bergamo
Prof. Ordinario Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bergamo venerdì
5 marzo

ore 16,00-18,30
3. I rapporti scuola-territorio promuovere la progettazione e realizzazione di percorsi curricolari in sinergia con il territorio Prof. Giuseppe Bertagna
Direttore CQIA dell’Università di Bergamo
Prof. Ordinario Dipartimento di Scienze della persona dell’Università di Bergamo
Prof. Ordinario Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bergamo martedì
9 marzo

ore 16,00-18,30
4. Orientare ed educare a scuola attraverso le discipline promuovere la progettazione e realizzazione di percorsi curricolari che utilizzino le discipline come mezzo per orientare ed educare gli studenti lungo tutto il percorso scolastico Dott.ssa Speranzina Ferraro
Coordinatore Gruppo Tecnico – Scientifico per l’orientamento della Direzione per lo studente del MIUR martedì
23 marzo

ore 16,00-18,30
5. L'identità europea fra memorie e progetti riflettere sul senso della storia europea più recente per comprendere quale sarà il ruolo dell’Europa nel governo dei processi di globalizzazione Prof. Gianluca Bocchi
Docente, coordinatore organizzativo e responsabile delle relazioni internazionali del CERCO dell'Università di Bergamo
Professore Ordinario di Filosofia della scienza all'Università di Bergamo giovedì 25 marzo

ore 16,00-18,30

CORSI SPECIFICI RIVOLTI AI DOCENTI INTERESSATI SCHEDA B1

tematica destinatari finalità collaborazioni interne ed esterne tempi
Curricolo in verticale e ambiti disciplinari 1. Italiano docenti • progettare curricoli disciplinari che prevedano elementi di continuità tra scuola secondaria di 1° grado/scuola secondaria di 2 grado, con particolare riferimento ad alcune discipline caratterizzanti tutti i percorsi scolastici
• progettare, valutare e certificare per competenze
• promuovere l’utilizzo di nuove tecnologie e metodologie nella didattica per favorire la partecipazione attiva e consapevole e il successo formativo degli allievi (la didattica laboratoriale, le nuove tecnologie, il problem solving, il lavoro per progetti, il cooperative learning, la lingua veicolare…) • Prof.ssa Anna SEGRETO
• ASABERG 7 incontri
2. Storia • Prof. Marco Pellegrini - Università di Bergamo;
• Dott.ssa Silvana Agazzi - Museo Storico di Bergamo;
• Prof. Luigi Airoldi - IC Da Rosciate;
• Prof.ssa Mazzoleni; prof.ssa Balducci - IC Savoia di Bergamo 7 incontri
3. Matematica • Prof. Domingo Paola L.S. “A. Issel” - G.R.E.M.G. Università di Genova
• Prof.ssa Mariolina Bartolini Bussi - Università di Modena
• Dott.ssa Francesca Martignone - Università di Modena
• Prof. Luigi Tomasi - Università di Ferrara
• Docenti formatori del Centro MatNet fase 1:
4 incontri

fase 2:
6 incontri
4. Scienze integrate • Docenti formatori
• Università di Bergamo fase 1:
2 incontri
fase 2:
5 incontri
5. Lingue straniere • Jonathan Coxall
• Annamaria Crimi e Harry Cullinane
• Roger Smith
• Peter Anderson e Steve Franzoni
• Silvana Ranzoli 5 incontri
6. Arti (arte-musica-danza-teatro-cinema) • Docenti
• Ist. Musicale “Donizetti”
• Teatro Prova
• Museo “Bernareggi”
• GAMeC
• Università di Bergamo 5 incontri


tematica destinatari finalità collaborazioni interne ed esterne tempi
Curricolo in verticale e ambiti disciplinari 7. Cittadinanza e Costituzione docenti Far acquisire le competenze necessarie per elaborare percorsi didattici e unità di apprendimento in tema di “Cittadinanza e Costituzione • Colombo
• Raimondi
• Pezzini Pizzolato Manara • Università di Bergamo
• Università Bicocca
• USR 4 incontri +
laboratori didattici
8. Latino e Greco Promuovere e sviluppare nei docenti un nuovo approccio alla didattica del latino e del greco attraverso nuove modalità di lavoro Proff. Maria Pia Pattoni, Roberto Gazich, Gianenrico Manzoni – Università Cattolica del Sacro Cuore 3 incontri
9. Le tecnologie mutimediali e telematiche Promuovere l’utilizzo delle tecnologie multimediali e telematiche a supporto della didattica e dei servizi scolastici vedi schede relative agli 8 corsi

CORSI SPE

Modulo Questionario-Intervista

Vi invitiamo a prendere in massima considerazione il modulo questionario/intervista allegato
Si tratta di uno strumento operativo per i comitati genitori, attraverso cui cercare di raccogliere aspettative, timori, alcuni dati circa la situazione di partenza delle scuole superiori alla vigilia della riorganizzazione/riforma.

Ci siamo impegnate come segreteria per proporre uno strumento da condividere con il dirigente oppure con il referente che identificate come maggiormente competente a rispondere, con queste finalità:
avere un'occasione di confronto rispetto agli elementi di fiducia e agli elementi di preoccupazione legati all'introduzione della riforma
avere un'occasione di confronto/informazione/conoscenza del proprio istituto (se si utilizza la modalità dell'intervista, il dialogo può spaziare a partire dalle domande)
chiarire significati e aspetti legati a termini tecnici (ambiti, dipartimenti, comitato tecnico-scientifico..)
avere dati di confronto fra scuole, su cui ragionare, anche in vista del futuro incontro con l'Assessore Zucchi e comunque con le istituzioni
dare alla provincia (responsabile della formazione superiore) un quadro della situazione in essere, così che ne riceva un'immagine "da dentro" le scuole
Potete reinviare i questionari/intervista (se volete aggiungere altre domande....) compilati, per poterli poi mettere a sintesi: speriamo in una proficua collaborazione genitori-scuole (e poi provincia)

Tempistica: restituire possibilmente entro metà marzo, comunque prima possibile per poter procedere rapidamente all'elaborazione dei dati
Aspettiamo un riscontro numeroso


Marilisa Zappella (segreteria CoorCoGe)


Modulo questionario/intervista
Si tratta di uno strumento operativo per i comitati genitori, attraverso cui cercare di raccogliere aspettative, timori, alcuni dati circa la situazione di partenza delle scuole superiori alla vigilia della riorganizzazione/riforma.

La segreteria CoorCoGe propone uno strumento da condividere con il dirigente oppure con il referente che identificate come maggiormente competente a rispondere, con queste finalità:
1. avere un'occasione di confronto rispetto agli elementi di fiducia e agli elementi di preoccupazione legati all'introduzione della riforma/riorganizzazione
2. avere un'occasione di confronto/informazione/conoscenza del proprio istituto (se si utilizza la modalità dell'intervista, il dialogo può spaziare a partire dalle domande)
3. chiarire significati e aspetti legati a termini tecnici (ambiti, dipartimenti, comitato tecnico-scientifico..)
4. avere dati di confronto fra scuole, su cui ragionare, anche in vista del futuro incontro con l'Assessore Zucchi e comunque con le istituzioni. I dati saranno aggregati.
Potete reinviare i questionari/intervista (se volete aggiungere altre domande....) compilati, per poterli poi mettere a sintesi: speriamo in una proficua collaborazione genitori-scuole

Tempistica: restituire possibilmente entro metà marzo, comunque prima possibile per poter procedere rapidamente all'elaborazione dei dati
Aspettiamo un riscontro numeroso e ringraziamo

Modulo-intervista sui cambiamenti attesi/temuti con il riordino delle Scuole Superiori, a cura del Comitato Genitori dell’Istituto ……………………………………………..…………………

1. Rispetto al cambiamento previsto la scuola è più fiduciosa o preoccupata?

Elementi di fiducia
...………………………………………………
...………………………………………………
...………………………………………………
...………………………………………………
...………………………………………………
...………………………………………………
...………………………………………………
...………………………………………………
...………………………………………………
...………………………………………………
...………………………………………………
...………………………………………………
...………………………………………………
...………………………………………………


Elementi di preoccupazione

...………………………………………………
...………………………………………………
...………………………………………………
...………………………………………………
...………………………………………………
...………………………………………………
...………………………………………………
...………………………………………………
...………………………………………………
...………………………………………………
...………………………………………………
...………………………………………………
...………………………………………………
...………………………………………………
...………………………………………………
...………………………………………………
...………………………………………………
...………………………………………………
...………………………………………………




2. Gli insegnanti dovranno lavorare in modo diverso? Se sì, in cosa?...................................................
................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................
3. Il cambiamento nel nostro istituto potrebbe riuscire se:
 continuerà l’impegno volontario di alcuni docenti
 ci saranno la volontà di tutto l’istituto e la sua “creatività”
 aumenterà l’impegno degli studenti
 sarà richiesta una più stretta collaborazione con le famiglie
 si costruiranno reti di collaborazione con altre scuole
 si attiveranno reti di sostegno/stretta collaborazione con il territorio
 ci sarà disponibilità di risorse

4. Quali aspetti state pensando di migliorare nella vostra scuola: li sottolineate?
• Relazione insegnanti-studenti - Accoglienza - Formazione alla rappresentanza
• Relazione scuola-famiglie - Accoglienza - Formazione
• Orientamento in entrata - Orientamento in uscita - Riorientamento
• Interventi didattici educativi personalizzati
• Didattica laboratoriale
• Rapporto scuola-mondo del lavoro (stages - Alternanza - Impresa simulata - Terza Area …………………………………………)
• Orari per il prossimo anno - Forme di flessibilità ………………………….
• Qualità e processo di autovalutazione
• Formazione dei docenti
• …………………………………………………………………………………………………

5. Quale aspetto/quali aspetti tra quelli elencati sopra ritenete abbia già un buon livello qualitativo?.............................................................................................................................................
6. Quale aspetto/quali aspetti risulta maggiormente complesso e critico? ...........................................
…………………………………………………………………………………………………………

7. In cosa il territorio provinciale o di Ambito può aiutare la scuola per il miglioramento dell’offerta formativa?...............................................................................................................................................
………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

8. Gli insegnanti sono pronti a pianificare la loro attività (e a valutare) identificando conoscenze, capacità e competenze?
 SI, nella maggioranza
 NO, nella maggioranza
 CI SI STA LAVORANDO NEI DIPARTIMENTI DISCIPLINARI

9. Gli insegnanti sono pronti ad adottare una didattica laboratoriale?
 SI, sono in prevalenza
 NO, viene utilizzata prevalentemente la lezione frontale (spiegazione, studio, verifica)
 IN PARTE, secondo l’interesse e le capacità personali

10. Le ore di laboratorio:
 ESISTONO, ma sono poco utilizzate
 SONO IN AUMENTO
 SONO IN DIMINUZIONE perché………………………………………………….…..

11. Quali laboratori esistono nell’istituto?
 INFORMATICA
 LINGUE
 SCIENZE/FISICA/CHIMICA
 MECCANICA
 ELETTRONICA
 …………………
 I LABORATORI hanno una dotazione adeguata
 I LABORATORI di ………………… andrebbero ammodernati
 Saranno meno utilizzabili se diminuirà LA PRESENZA DEI TECNICI DI LABORATORIO

12. L’aula potrebbe diventare LABORATORIO?
 SI e spesso lo è
 SI se gli spazi lo consentissero
 SI se fosse adeguatamente attrezzata
 SI se insegnanti di diverse discipline lavorassero insieme
 SI se si privilegiassero metodi attivi, lavoro di gruppo, approcci di ricerca
 SI se le classi fossero meno numerose
 ……………………………………………………………….

13.L’organico della scuola consente di migliorare i risultati formativi nel breve periodo?
 SI
 NO, manca………………………………………………………………………………
 molte classi CAMBIERANNO GLI INSEGNANTI nel prossimo anno?......................

14. La riorganizzazione dell’orario con meno ore, ma da 60 minuti comporta:
 PROBLEMI LEGATI AGLI ORARI DEI TRASPORTI (treni, bus) perché i ragazzi uciranno più tardi o avranno ore pomeridiane
 Problemi ORGANIZZATIVI ( quanto sono difficoltosi, da 1 a 5? ………)
 Problemi DIDATTICI (quanto, da 1 a 5?....................)
 LA RIDUZIONE DELLE ORE e dell’organico rischia di abbassare la qualità
 LA RIDUZIONE DI ORE consente un migliore approfondimento delle discipline
 LA RIDUZIONE DELLE ORE consente un migliore studio a casa

15. I dipartimenti per la ricerca-progettazione didattica funzioneranno:
 SECONDO LE COMPETENZE DI CHI CI LAVORERÀ
 SE SARÀ PREVISTO UN MONTE ORE DEDICATO AL CONFRONTO ED AL LAVORO COLLEGIALE
 SE DAL DIPARTIMENTO SI RIUSCIRÀ AD AVERE RICADUTE NELLE CLASSI
 Al momento MANCANO le CONDIZIONI per farli funzionare (RISORSE, ORE DEDICATE,…………….)

16. Il Comitato Tecnico-scientifico

 È UN’IPOTESI POCO REALISTICA
 FUNZIONA PER LE SCUOLE CON FORTI COLLEGAMENTI CON LE AZIENDE
 Generalmente i professionisti e gli esperti non partecipano continuativamente a costo zero
 Non è giusto che gli insegnanti partecipino a costo zero
 Se funzionassero, la progettazione didattico-formativa avrebbe una maggiore qualità
 Avrebbe senso un comitato tecnico-scientifico per più scuole in rete

17.C’è stata qualche forma di aggiornamento?
 A LIVELLO PERSONALE E VOLONTARIO
 A LIVELLO DI ISTITUTO
 ………………………………………………………..
Principalmente su……………………………………………………………………………………

18. L’istituto ha difficoltà a reperire risorse
 SI, come tante altre scuole
 NO
 No, grazie al sostegno di enti e imprese esterne
 Probabilmente dovrà essere aumentato il contributo di iscrizione da parte delle famiglie
 Probabilmente i progetti saranno razionalizzati

19. L’istituto ha creato sinergie con
 Altre scuole
 Maestri del lavoro
 Camera di commercio
 Confindustria
 Asl
 Comitato/Associazione genitori
 Imprese esterne
 “Enti” per la Formazione esterni
 “Enti” per l’orientamento
 Università
 “Enti” per la prevenzione del disagio, per le “educazioni alla salute”
 “Enti” per il volontariato
 ……………
 ……………

 Le collaborazioni sono continuative e progettuali
 Le collaborazioni sono gratuite per l’istituto? ……………………………………………..

20. I rapporti con l’esperienza del “fare” e con il mondo del lavoro prevedono già
 Stages (periodo e durata …………….…………………………………………………….)
 Laboratori
 Tirocinio
 Alternanza scuola-lavoro (periodo e durata …………….………………………..……….)
 Impresa simulata
 Il coinvolgimento di TUTTI GLI STUDENTI, anche in forme diverse
 Solo gli studenti senza problemi di recupero partecipano ad esperienze di stages o simili
 L’attività all’esterno della scuola viene preparata ed infine condivisa e discussa con gli studenti IN CLASSE SI NO NON SEMPRE

21. Tutte le forme di flessibilità:

 Richiedono un’accurata progettazione, soprattutto se si arriva al 40%
 Richiedono risorse per pagare ore aggiuntive
 Richiedono di utilizzare le ore degli insegnanti in modo diverso, non solo in classe
 Richiedono una certezza di insegnanti con competenze adatte nell’organico
 Consentiranno agli studenti percorsi personalizzati
 Difficilmente consentiranno agli studenti percorsi personalizzati

22. L’istituto potrebbe fare molta più innovazione didattica se ci fosse certezza delle risorse necessarie

 SI, VERO
 NO, SERVE ANCHE UNA RIORGANIZZAZIONE DELLA PROFESSIONE
 SI, LAVOREREMMO CON MAGGIORE TRANQUILLITÀ
 SI, MA LA RIORGANIZZAZIONE DELLA PROFESSIONE è COMUNQUE NECESSARIA
 I tagli influiscono su aspetti organizzativi (quanto, da 1 a 5?.................)
 I tagli influiscono su aspetti didattici (quanto, da 1 a 5?.........................)

GRAZIE! Se volete aggiungere altro che vi sembra manchi, ci aiutate a comprendere meglio.